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Commissione Europeo: legislazione polacca

Stando a quanto riporta la Commissione Europea, la Polonia non rispetta del tutto le regole del blocco che disciplinano il commercio, ed in particolar modo quello del gioco d’azzardo online.
Lo scetticismo della Commissione Europea
In Aprile, la Polonia aveva spedito la propria proposta alla Commissione Europea con una recente sentenza significante che questa non poteva essere implementata prima della metà del mese di agosto. Se, invece, la nazione polacca decide di non cambiare la legislazione prima dell’entrata in vigore, questa potrebbe essere l’oggetto delle procedure d’infrazione.
Già inizialmente, la Commissione Europea era molto scettica nei confronti delle proposte portate avanti dalla Polonia; uno tra i maggior dubbi, era suscitato dall’esigenza che le licenze dovessero esser costituite nella stessa nazione in forma di una società per azioni o una società limitata con un grande importo di azioni permesse. Il progetto della legislazione richiedeva anche che i fornitori di portali di scommesse online o per i giocatori di poker, avessero un server gestito sul territorio della Polonia; ma non è tutto, infatti anche tutte le transazioni relative da questi portali, sarebbero state effettuate da banche locali.
Le opinioni individuali
Sigrid Ligne, il Segretario generale per il gioco europeo e Betting Association (EGBA), un gruppo di lobby tra cui i membri rientrano PartyGaming e Bwin, ha dichiarato: “Alcune di queste disposizioni sembrano scaturire da un legittimo desiderio di regolare e far rispettare le regole per il mercato del gaming online, ma hanno duplicato degli obblighi già previsti in altre giurisdizioni. Sono regolamentate le società nella Unione europea in grado di soddisfare tutti i requisiti necessari in materia di prevenzione delle frodi e la tutela dei consumatori, senza essere necessariamente con la sede sul proprio territorio. Tale disegno di legge lascerebbe i consumatori polacchi senza una fiera, mercato sicuro e un gioco competitivo online. Esortiamo, perciò, la Polonia a rivedere il suo progetto e allinearlo con i requisiti del trattato sull’Unione europea rispettando così anche l’Aams.”
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