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2010      ago 5

Fonte:pokerlistings.it…

Dopo l’enorme successo raccolto da due giochi che vi abbiamo raccontato proprio qui su PokerListings: Zynga Texas Hold Em e Rivals Poker, il mondo del poker su Facebook è destinato a subire un nuovo terremoto con l’arrivo di niente meno che le WSOP!

Arriva infatti direttamente da Las Vegas la notizia che le World Series of Poker renderanno presto possibile giocare su Facebook ed altri social network in speciali tornei con in palio dei braccialetti virtuali.

La serie di tornei già regina del poker live di livello mondiale ha infatti fatto eco a quanto già proposto qualche tempo fa dal circuito del World Poker Tour ed ha lanciato una sua applicazione di Facebook per provare a dare maggiore diffusione al sui già gigantesco marchio coinvolgendo un numero ancora maggiore di appassionati del gioco.

Pro e contro delle World Series su Facebook

Parliamoci chiaro: da un marchio come quello delle WSOP, credo sia lecito aspettarsi sempre qualcosa di più del massimo possibile perchè la Harrah’s – società dietro al marchio delle World Series -deve essere lì anche per pensare, immaginare e sognare al posto nostro.

A giudicare da quanto si scopre giocando con l’applicazione su Facebook, purtroppo, le aspettative legate al marchio delle WSOP sono presto destinate a scomparire in maniera un po’ triste visto che il gioco, fin dalle prime battute, non riesce davvero a conquistare chi ha idea di cosa voglia dire giocare su una vera poker room.

Gioco lento, grafica povera  e suoni non esattamente piacevoli per tenerli nelle cuffie più di una trentina di secondi (e sono buono) sono infatti il modo migliore per iniziare la propria mano pensando di fare qualsiasi cosa per finire il più velocemente possibile e passare ad altro.

Un sentimento, questo, che sembra per altro abbastanza comune visto che mentre io aspettavo il mio turno per andare immediatamente all in pre flop e provare a perdere con i miei 7-8 suited,  due tra gli altri quattro players al tavolo hanno seguito il mio pensiero per mettere fine ad un gioco che porta al poker il peggiore dei pericoli possibili.

La fine del social gaming?

Quando Zynga poker ha invaso Facebook, l’idea di giocare direttamente dal proprio profilo ha solleticato la fantasia di molti: un gioco ben fatto e privo di complicate procedure d’iscrizione poteva infatti essere la soluzione ideale per evitare tutto il macchinoso meccanismo di un nuovo username, una password, una copia del documento etc.

In più, poter sfruttare il proprio nome e cognome in un gioco competitivo come quello del Texas Hold Em era una possibilità alla quale in molti guardavano con piacere anche perchè in grado di rendere più semplice il coinvolgimento degli amici per creare, anche nel poker online, un’atmosfera un po’ da bar. Nella quale si gioca tra persone conosciute per magari lanciarsi in qualche sfottò alla prima birra bevuta in compagnia dei meno bravi.

Quello che però le case software che hanno provato a trovare un modo creativo, economico e veloce per evitare le trappole legislative sul poker online disseminate in giro per il mondo non sono riuscite a tenere davvero in considerazione sono state le esigenze dei giocatori – portando probabilmente l’intero modello del poker sui social media verso un baratro irreversibile.

Regola numero uno: sicurezza

La maggior parte di chi gioca a poker, lo fa per vincere – non per sprecare ore davanti al PC districandosi tra un sondaggio da completare ed un sito da votare per ottenere qualche migliaio di chips in più nel proprio bankroll.

E per vincere, ovviamente, il requisito fondamentale è quello della sicurezza della sala; della certezza che quando si vince o si perde lo si faccia per il modo in cui si gioca, non per fattori esterni indefinibili come quelli che da tempo regnano nel Texas Hold’Em su Facebook.

Già mesi fa, proprio da queste pagine, avevamo avvertito i nostri lettori dello scandalo dei bots nel poker su facebook arrivando perfino a pubblicare uno dei tanti script utilizzati per fregare i giocatori e fare incetta di chips senza neppure bisogno di stare al computer.

Un metodo semplice e provato che se fosse utilizzato da una poker room tradizionale porterebbe la polizia alle porte dei suoi amministratori ma che – se usato sui social media -non porta nulla più di qualche critica pubblicata da una manciata di blogs.

Regola numero due: pensate al business model

La maggior parte di chi si è buttato come uno squalo sui nostri profili di Facebook lo ha fatto con un’idea chiara: il poker è popolare e su FB c’è un sacco di gente. E quindi anche un sacco di soldi.

Pensando in questo modo ci hanno preso fino allo sfinimento con software carenti, tornei quasi senza senso e premi buttati qua e là con la promessa che, ad un certo punto, ci avrebbero fatto vincere un viaggio a Las Vegas oppure un posto alle World Series of Poker.

Dimenticando che i poker players sono come tante formichine impegnate a costruire una carriera – preoccupate freeroll dopo freeroll, cash game dopo cash game del proprio bankroll e di trovare il momento giusto per cambiare livello.

Non per vincere centinaia di migliaia di dollari -virtuali – che non portano a nulla se non a pubblicare un badge sul proprio wall.

Peccato perchè, se le cose fossero state fatte con un po’ più di serietà e tenendo in mente quali siano gli elementi che fanno del poker un gioco così diffuso, allora non si sarebbe persa l’occasione di portare un po’ di novità anche nel nostro gioco.

Continua a leggere su pokerlistings.it…

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