LECCE(Agicops)-Il primo filone dell’ operazione denominata “Poker 2”, avviata nel 2008 dalla Procura di Lecce in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia, si è concluso in questi giorni con l’invio degli avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei trenta indagati nell’ambito dei controlli effettuati sulla società GoldBet; la GoldBet, società austriaca con sede all’estero, secondo quanto emerso dalle indagini effettuate sul territorio italiano, avrebbe organizzato e gestito una fitta rete di scommesse clandestine online. Nell’Ottobre 2010 la Procura aveva iscritto nel registro degli indagati circa 500 persone dopo i controlli effettuati dalla G.d.F. su altrettante agenzie affiliate alla GoldBet.
Secondo quanto dichiarato dal Procuratore Capo di Lecce Cataldo Motta, si tratta di una rete che ha sedi su tutto il territorio italiano e che solo in provincia di Lecce, vanta oltre 50 punti di scommesse online; le perquisizioni sono state condotte in diverse regioni Italiane e la G.d.F avrebbe individuato un “sottosistema” di riciclaggio legato alle scommesse che, sul territorio Salentino sarebbe riconducibile a Saulle Politi già condannato al 416/bis per concorso in associazione mafiosa e vicino agli ambienti della Sacra Corona Unita. Con la collaborazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce è stato possibile provare il coinvolgimento di Politi e di alcuni famigliari nella gestione delle agenzie coinvolte.
La società GoldBet, la cui sede legale si trova ad Innsbruck, ha chiarito la propria posizione proprio in questi giorni dichiarando che non ha mai avuto contatti con né con Politi, né con altri esponenti della criminalità organizzata e precisa che le agenzie presenti sul territorio italiano non operavano clandestinamente in quanto i collaboratori della stessa presentavano regolarmente in Questura le richieste di autorizzazione. Secondo i portavoce della società le suddette autorizzazioni, previste dal TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) vengono negate sulla base di principi contrari agli orientamenti Comunitari, posizione più volte ribadita anche dai Tribunali Italiani.
In ogni caso La GoldBet tende a precisare che se la posizione di Politi venisse accertata definitivamente la società si considererebbe una vittima e non un complice; già prima dell’inchiesta giudiziaria la GoldBet avrebe interrotto qualsiasi rapporto con la società gestita da Politi, la GoGo Games. La maxi-indagine prosegue ed agli indagati sono attualmente contestati i reati legati alle presunte violazioni del TULPS ossia l’esercizio senza autorizzazione delle scommesse, ma si tratta solo del primo filone dell’inchiesta che mira a sradicare il coinvolgimento di stampo mafioso nel settore del gioco.
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