Secondo uno studio di un team di ricerca della Nova Southeastern University e presentato ad una conferenza nazionale, l’80% dei giocatori di poker userebbe droghe o altre sostanze “dopanti” per dare il meglio al tavolo verde.
Che il poker non sia un’attività salutare è risaputo, specialmente nelle bische con gli amici il consumo di tabacco e di superalcolici è all’ordine del giorno; poi finisce spesso che si tira l’alba, si dorme poco ed è necessario tutto il giorno successivo per riprendersi.
E che dire delle lunghe sessioni di poker online, accompagnate da bibite in cui lo zucchero regna sovrano, biscotti saturi di grassi idrogenati e cibo spazzatura?
Ma la ricerca non parla di questo, bensì di come i giocatori, un po’ a tutti i livelli, per tenersi svegli e per aumentare la concentrazione, usino sostanze dopanti.
Certo, se uno si beve un paio di caffè per non addormentarsi sulle chips rientrerebbe in questo ottanta per cento… A parte questo, cocaina, marijuana, amfetamine, Valium e bibite energetiche sarebbero diffusissime tra i players di tutto il mondo.
Secondo la ricerca l’uso di queste sostanze permetterebbe ai giocatori di restare svegli, aumentare la concentrazione e quindi essere più competitivi per la tutta la durata del torneo.
Naturalmente queste sostanze, che danno giovamento a breve termine, nel lungo periodo possono arrecare gravi danni alla salute.
Lo studio è stato effettuato a partire dalle WSOP del 2010, poi si è allargato ad altre situazioni di poker live; le domande sono state poste tramite questionari.
Oltre il 70% dei players farebbe uso di caffeina, il 50% assumerebbe bevande energetiche. Chi invece è troppo agitato fumerebbe marjuana.
Alcuni giocatori hanno dichiarato invece di abbinare guaranà, alcool e vitamina b-12 per affrontare al meglio i momenti importanti del match. Il 26 % farebbe uso di psicofarmaci.
Ma come ci si procura queste sostanze? All’interno del giro, e per giro s’intende il mondo del poker e le cattive compagnie collegate!
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