Sono stati scritti libri su ogni argomento e nei campi più disparati: sull’applicazione dello zen per fare soldi, carriera, per avere successo nelle relazioni sociali, per coltivare i pomodori e naturalmente per giocare a poker al meglio delle proprie possibilità.
È bene diffidare di qualunque strumentalizzazione e banalizzazione di questa disciplina buddista, che ormai si può trovare anche nel sacchetto delle patatine fritte.
“Zen and the Art of Poker” è un libro di Larry W. Phillips, uno che ci ha provato col cash game, senza risultati di rilievo, allora si è messo a scrivere.
Il libro è stato scritto in quegli anni in cui si spingeva ad applicare lo zen per qualunque cosa.
Gli italiani sono più narrativi e meno pratici degli americani. Fabrizio Mercantini, un lustro fa, scrisse “Filosofia del Poker”.
Ecco, direi che se volete leggere un libro che filosofeggia sul poker vi consiglio quest’ultimo, che non ha la presunzione di “farvi diventare delle persone migliori”.
Anzi, nella “Filosofia del poker” sono presenti molti concetti che vengono poi ripresi da Phillips, ma senza la presunzione di quest’ultimo.
Francamente non se ne può più di leggere che la prima cosa da fare per dominare il gioco è dominare la propria anima.
E questa è un’arma micidiale per diventare assi nel poker etc etc. Non aspettatevi consigli di strategia, caso mai consigli per gestire al meglio le sconfitte ed i cosiddetti tilt, per continuare ad essere poco aggressivi, se il match lo richiede, senza sentirvi in colpa; per raggiungere quella via di mezzo, dove ci si eleva ad un livello di consapevolezza in cui si controlla tutto ciò che succede attorno al tavolo.
È risaputo che mantenere la calma è importante in ogni situazione, quando si sta vincendo, quando si sta perdendo. E che prima di conoscere gli avversari bisogna conoscere se stessi… ringraziamo Phillips che ce lo ricorda in ogni pagina.
Il poker è un gioco che richiede aggressività, è una specie di guerra, lo zen invece invita alla calma, in un certo senso alla passività.
Phillips trova il compromesso annunciando che nel poker la calma è come un proiettile. E così unisce zen e poker. Va beh, a mio avviso sono centocinquanta pagine di banalità.
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