Quando un anno fa il “bambino prodigio” del poker portoghese ha guadagnato tutte le prime pagine della stampa del settore, mentre moltissimi hanno osservato con grande ammirazione le imprese del giovane – altri lo hanno guardato con sospetto continuando a pensare che, in fondo, la sua ascesa potesse nascondere qualcosa di poco pulito.
Perchè, per quanto si possa essere bravi nel gioco del Texas Hold’Em, risulta davvero titanico riuscire a trasformare 30 dollari di deposito in 1624 dollari di profitto in meno due anni. Impossibile magari no, ma improbabile probabilmente si.
I primi sospetti nascono su Lock Poker
Benedetto dalla comunità pokeristica internazionale, l’ascesa fulminante di Machedo viene benedetta con un contratto offerto al giocatore da Lock Poker, una buona sala online (non disponibile in Italia) che include tra i suoi tavoli qualche professionista di buon livello come Eric “Rizen” Lynch.
Utilizzata anche da un noto sito di strategia per l’interpretazione di alcuni video didattici di strategia del poker, l’immagine di Machedo subisce la prima macchia durante una Rake Race organizzata dalla sala che lo sponsorizza dalla quale il portoghese viene repentinamente squalificato.
Con una storia che ricorda molto da vicino quella di Filippo Candio e PokerStars, il giocatore viene infatti accusato (giustamente) di aver consentito ad un istruttore di CardRunner accesso al suo account e di aver fatto partecipare quest ultimo alla Rake Race al suo posto.
Chiamiamola criminalità organizzata
Nonostante il deprecabile episodio di account sharing sia finito nel dimenticatoio con buona pace di chi pensa che l’onestà debba essere alla base del gioco online, il nome di Machedo e del suo amico trainer su CardRunners è tornato in questi giorni alla ribalta tra le pagine di “Two plus Two”, il celebre forum di poker americano.
Secondo un membro del forum “MossBoss”, Machedo ed altri player avrebbero fatto parte di un gruppo attivo sulla rete di iPoker capace di coordinare diverse attività e giocare partite ai tavoli per “rubare” chips agli altri giocatori.
Decisamente un colpo troppo grande per far ancora credere all’esistenza dell’enfant prodige portoghese in grado di moltiplicare i dollari come fossero noccioline.
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