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Una buona gestione del bankroll può consentire notevoli guadagni e comunque limitare le perdite e aumentare la longevità dei giocatori. A disposizione ci sono scuole di poker online che possono condurre i consumatori del gioco ad approcciarsi con correttezza ad un nuovissimo modo di giocare. Il cash game é basato su una filosofia molto diversa: le fiches che ogni giocatore possiede, equivalgono all’importo cambiato all’inizio e tutto ciò che si vince o si perde ricade unicamente sulle finanze del giocatore. Nulla di sconvolgente per chi conosce il gioco.
Tuttavia il popolo di players italiani è cresciuto con le modalità torneo di poker e sit and go dove la vincita e la perdita sono predeterminate. E per loro si che si tratterà di una bella rivoluzione. Si può però giocare quanto e quando si vuole e entrare liberamente dal tavolo o lasciarlo se si è vinto o perso uno stack di partenza. Insomma, se preso con le dovute cautele, è il vero gioco di abilità del poker e che consente a chi è bravo di emergere nel long period. Nei tornei una mano avventata può eliminare il più forte dei campioni mentre la qualità nel cash game rimane quella e, a meno di non passare periodi pessimi di varianza, prima o poi emerge.
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Un’occasione per mettere in mostra le proprie qualità pokeristiche e di ‘skill’ con una struttura che parte dal 50/100 e si ripete il 150/300 con tutti i livelli inseriti in un programma di gioco ideale per chi vuole imporre il proprio gioco e abbattere l’influenza della sorte. Una montagna di chips che ha già attirato e attirerà tanti players di qualità che preferiscono ovviamente strutture ‘comode’ con livelli e stack in grado di mettere in risalto le proprie qualità pokeristiche al tavolo di gioco.
Qualche nome? Mancheranno i due vincitori delle prime due edizioni ma ci saranno, Emiliano Bono, Renato Paolini, Stefano Ferrara, Fabio Berti, Fabio Scepi, Marco Della Monica, Salvatore Pengue, Sabatino Tortorella, Filippo Etna, Stefano Foschini, Luana Spadaro, Matteo Felli, Giorgio Paolillo, Mauro Ghisoni, Strega Elisa, Gigi Silvestro e tanti altri. Alcuni side event arricchiranno il programma per un evento che si avvale sempre di un’ottima organizzazione di Italian Rounders nella cornice ideale per il poker come il casinò Perla di Nova Gorica.
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Regna un grande equilibrio con i due che comandano, il ‘ceco’ Starsko e l’irlandese O’dea che ha imbustato 33 milioni di chips, e gli altri con almeno 5 players tra i 24 e i 16 milioni di chips con il più short, Holden che ne ha 12 e Makiievsky che ne ha 13 di milioni.
Il final table del torneo di poker è un dominio europeo. Irlanda, Inghilterra, Germania, Repubblica Ceca e Ucraina sono i paesi rappresentati mentre l’anno scorso c’era solo il nostro Candio e due canadesi per uno strapotere americano. Gli USA escono con le ossa rotte con solo Matt Giannetti, Phil Collins e Ben Lamb ancora in corsa per il titolo: è il minimo storico per il poker a stelle e strisce che mai era sceso così in basso (il record negativo è del 2007 con 4 portacolori).
Anche il valore dei players non è un granchè. L’anno scorso avevamo Mizrachi, Cheong, il nostro Candio e un ottimo player come Duhamel. Quest’anno giusto Lamb ha ottimi numeri anche se è esploso quest’anno. Un braccialetto al championship Pl-Omaha e un secondo posto ad un 3,000$ oltre al tavolo finale del Poker Player’s Championship da 50,000$. Un fenomeno insomma che potrebbe chiudere ancora un risultato storico.
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Parte una rivoluzione nel modo di giocare a poker che, finora, è stata relegata alla modalità tornei e sit and go. Una modalità totalmente differente da quello a cui si è giocato finora ma, al contrario di chi ha gettato fango sul settore, è il vero gioco del poker dove si può mettere a prova la propria abilità. Uscire da un torneo predetermina la perdita e la vincita, è vero, ma non offre la possibilità di recuperare una bad beat.
Mentre i regular e i players che sanno giocare possono recuperare i soldi persi in una mano sfortuna proprio rimanendo al tavolo e dimostrando il loro valore. Certamente servirà un’opera di formazione e informazione sul poker cash che è già partita e che le concessionarie devono fare in maniera maggiore. Il rischio ludopatia c’è ma se ben insegnato questo gioco potrebbe riservare maggiori soddisfazioni ai players italiani rispetto alla modalità tournaments. Qualche problemino per alcune piattaforme c’è stato ma il passaggio, non solo epocale ma anche tecnico, è notevole dal punto di vista tecnico. Oggi altre tre ore di test, poi 8 ore sia mercoledi che giovedi e da venerdi le room abilitate passeranno alla modalità h24.
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Un field di 603 giocatori si è presentato per l’ultima edizione del PokerStars UKIPT Brighton, ben oltre il doppio dello scorso anno quando si erano iscritti in 259. Il day3 è iniziato con 11 players per arrivare quasi subito a 8 e giocare il tavolo finale.
Il vincitore finale è un 26enne nativo di Southampton, Chris O’Donnell che ha ottenuto il titolo dopo quasi quattro ore di heads up contro il runner up, secondo classificato, giovane player locale, Richard Hasancebi.
O’Donnell era il chip leader del day1 ma quando ha raggiunto il final table era uno dei più corti. Tuttavia, entro la fine della giornata, O’Donnell, che era solito vantarsi al tavolo come coinquilino del vincitore dell’EPT di Vilamoura, il campione Toby Lewiso ed è conosciuto per i suoi amici come "Bobby BigHead", è riuscito a strappare un’ottima vittoria e un successo ambito da oltre 600 giocatori.
Sono andati a premio in 81 e O’Donnel ha vinto oltre 70,000 sterline di un montepremi totale di 292,000 sterline.
Tantissimi erano i qualificati online da Pokerstars così come il runner up Hasancebi e il quarto, il sesto, settimo e l’ottavo arrivati al final table. Dominio inglese con l’ottavo Horak unico straniero dei meglio piazzati all’Ukipt e proveniente dalla Repubblica ceca.
I premi del final table:
1st: Chris O’Donnell, United Kingdom, £71,100
2nd: Richard Hasancebi, United Kingdom, PokerStars player, £41,300
3rd: Jeff Duvall, United Kingdom, £25,300
4th: Rudi Johnsen, Norway, PokerStars qualifer, £18,600
5th: Sinem Melin, United Kingdom, £14,900
6th: David Rudling-Smith, United Kingdom, PokerStars player, £11,400
7th: David Trigg, United Kingdom, PokerStars player, £8,950
8th: Jaroslav Horak, Czech Republic, PokerStars qualifier, £6,900
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Così sta per fare il suo ingresso a luglio nel mercato italiano il colosso che lancerà inizialmente sulla piattaforma italiana www.williamhill.it il proprio casinò online, che sarà uno dei primi a operare legalmente grazie alla licenza AAMS. Ma toccherà anche al poker e alle scommesse e al bingo. Il Texas Holdem sarà un’attività importante visto che il sito online dot com è abbastanza famoso all’estero nonostante il main business della società sia quello delle scommesse in agenzia e online.
Sulla piattaforma italiana gli scommettitori italiani potranno quindi sperimentare la stessa competenza, lo stesso livello di servizio e soprattutto l’elevata sicurezza che i players inglesi apprezzano da oltre 75 anni. Stiamo parlando di una società che nel solo 2010 William Hill ha riportato ricavi netti pari a 1,07 miliardi di sterline (1,2 miliardi di euro), impiegando in tutto il mondo 16.900 persone con più di 2.300 punti vendita. Ci riprovano quindi le società estere che nel 2006 non sono riuscite a lanciare le concessioni di scommesse che avevano acquistato a peso d’oro presso l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. In questo caso saranno meno i costi di operazione visto che manca l’investimento per la rete fisica e tanti oneri di gestione. In più il costo della licenza, essendo fisso, non subirà variazioni eccessive in alto per via dell’asta pubblica che costò tantissimi soldi ai concessionari italiani ed esteri.
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L’Italia ha l’1,66% dei giocatori totali ma qualcuno di loro è ha molte chips davanti e, chissà, magari può ripetersi l’impresa, se non altro, di un ottimo piazzamento. In gioco c’è anche Corrado Montagna, che nel 2010 si piazzò 43esimo battendo ogni record in questo torneo prima del boom di Filippo Candio. Dedde chiude secondo tra gli italiani con 165,200 chips e in 192esima posizione del day2b. La rivelazione è sicuramente Salvatore Sproviero con 203,700 chips. Il player cosentino ha tre piazzamenti al Pgp di Gd Poker in carriera e può vivere momenti magici a queste Wsop.
Per qualità e se la fortuna lo sostiene, la vera speranza sembra essere quella di Massimiliano Martinez aka Visdiabuli. Ottimo player online e con due piazzamenti Wsop 2011 che gridano vendetta per come è maturata la sua uscita. Per come gioca ci regala speranze anche Dario Sammartino, altro player in grado di mettere le chips nei pot più stratosferici e con un’ottima lettura della mano. Bene anche Giovanni Rizzo e Francesco Nguyen che chiudono con 148,700 chips e 119,300 chips. C’è anche Kingarthur Pierantoni di Snai Poker con 114,800 chips davanti a Mauro Piacentino L’unica donna che resiste è Carla Solinas ma si ripresenta al day3 con meno di 20,000 chips.
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Tutta la verità e nient’altro che la verità sul caso Full Tilt Poker verrà detta martedì 26 luglio a Londra presso il Victoria Park Plaza Hotel. Almeno dal lato della Alderney Gambling Control Commission (AGCC), l’authority che fino a qualche settimana fa, prima della sospensione, ricavava soldi a palate dalla concessione di Tiltware-Full Tilt. Gli esponenti della Agcc hanno confermato l’udienza per la sospensione della licenza di Full Tilt perchè “vogliamo dimostrare la nostra volontà di agire in modo trasparente accogliendo tranquillamente pubblico e media in una conferenza aperta quindi a tutti e senza particolari problemi e ritrosie perchè il nostro fine ultimo è sempre la tutela del giocatore".
A differenza della poker room Pokerstars.com che ha potuto continuare a usufruire della sua licenza che la gambling commission dell’Isola di Man ha conservato e protetto, Full Tilt ha dovuto fare i conti con la scelta della AGCC di sospendere la licenza di Full Tilt a fine giugno dopo le accuse da parte del Dipartimento della Giustizia americano.
E i problemi si sono aggiunti a quelli della mancanza di liquidità per rimborsare i players così come gli affiliati. Insomma una vera catastrofe di cui presto si sapranno anche le motivazioni. E se la Agcc deciderà di riaprire la concessione e di rimandare online la Red Room che è sospesa inF rancia e stava per entrare anche in Italia nel giro di poche settimane. Unica notizia positiva è questo accordo con degli investitori europei dietro al quale, si mormora, ci sia addirittura Phil Ivey. Durante le Wsop il player era in Inghilterra, non a caso, per rinnovare il contratto con Tiltware o, comunque per parlare di queste cose e ritirare la denuncia con la quale era subito partito quando il caso Full Tilt è esploso.
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Si attendeva il Main Event per capire l’effettiva influenza dell’assenza di bankroll online e qualifiche dalle maggiori room. Ebbene i numeri si chiudono con 6,865 players iscritti per un buy in di 10,000 dollari che genererà un montepremi di $64,531,000. Al primo quest’anno vanno $8,711,956, più o meno il montepremi della prima moneta dell’anno scorso quando trionfò Jonathan Duhamel, il canadese campione del mondo ancora in carica.
Eppure la paura era salita nei primi giorni di gara quando ai nastri di partenza si erano presentati appena 1000 players. La tendenza indicava una cifra totale di 5,000 presenze. Poi l’impennata clamorosa che ha portato il day1d ad iscrivere 2,802 giocatori, un vero e proprio record. Si sa che i players preferiscono arrivare più tardi ed entrare in gioco gli ultimi giorni utili. Ma non ci si aspettava questo boom che, fortunatamente per gli organizzatori, significa tanto. Anche se il main event cala di 500 iscrizioni o giù di lì, il totale dei buy in supera il 2010. A questo punto la riflessione generale dice che con i pacchetti online avremmo assistito ad un main event record. Felicissimo Ty Stewart, direttore esecutivo Wsop: “Siamo molto grati a tutti coloro che sono venuti da tutto il mondo per dimostrare che il poker continua a crescere nonostante tutto e questi dati stanno a sottolineare questa tendenza”.
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“E’ un idiota, si sta perdendo tutti bui e il suo stack è ridotto al lumicino”, ha commentato Matusow che è suo amico su Twitter. Ma, come detto, quest’anno Hellmuth ha deciso di stupire. E’ già primo nella classifica Player of the year Wsop 2011 dopo tre secondi posti che gridano vendetta ma che gli hanno fruttato soldi e tanti punti per la classifica. Sedutosi con poco più di 10,000 chips e quindi cortissimio, Hellmuth è riuscito a risalire chiudendo a 64,900 chips.
Un vero fenomeno che quest’anno ha dimostrato veramente tutto. A svegliarlo è stata la sicurezza e poi il monello del poker americano si è precipitato all macchina. Passa al day3 e chissà se si sveglierà o rimetterà l’allarme per il day4. Con queste condizioni di forma e forse di varianza positiva, non può mollare neanche una chips in queste Wsop.
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