Archives for strategie di poker
Molti poker player sostengono che la decisione più importante da prendere al tavolo riguardi il giocare o meno una particolare mano di partenza. Naturalmente, la scelta va fatta in base anche ad altri fattori quali lo stack, la propria posizione, il tipo di avversari e l’azione precedente.
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Per far bella impressione sull’avvenente Caroline, il giovane Justin s’era inventato grandi abilità nel poker e persino di aver insegnato a giocare a Doyle Brunson. Davvero troppo per il buon vecchio Texas Dolly…
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Estrarre valore al river, in un torneo sit’n’go, può risultare decisamente complicato. Per sapere quando valuebettare occorre poter disporre di una valida comprensione dell’action su ogni street precedente, esattamente come ci spiega Phil Shaw – giocatore inglese ed autore del bestseller “Secret of Sit’n’gos”.
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Un tell appreso dal libro di Joe Navarro, Read’em and Reap, avrebbe potuto permettere a Phil Hellmuth di salvare almeno 100.000 in chips dal suo stack. Ma scopriamo insieme cos’è accaduto esattamente durante un torneo alle World Series of Poker di qualche anno fa.
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Con l’articolo di oggi, concludiamo la traduzione dell’interessante post sulla donkbet nel Pot Limit Omaha scritto dall’utente Jaakko “Jabonator” Kiuru del forum americano di TwoPlusTwo.
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Il grinder leggendario Dusty “Leatherass” Schmidt ha collezionato oltre nove milioni di mani in cinque anni di poker online senza registrare alcun mese in perdita.
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Una mano come A5 suited è molto facile da foldare in seguito a pressione da parte di qualche altro giocatore, ma può hittare qualcosa di molto forte come il nut flush o anche un piccola scala con 2-3-4 sul board che risulterà anche particolarmente ben nascosta.
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L’ICM è davvero molto complicato, e quello che dobbiamo sapere per gli MTT è che un avversario che giochi in maniera non ottimale andrà a rovinare la sua tournament equity la quale avrà poi un impatto anche su quella di tutti gli altri partecipanti al torneo.
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Potrebbe sembrare controintuitivo ma talvolta la mossa migliore può essere quella di puntare quando non si ha una made hand e invece di checkare nel caso contrario.
“Se non ho niente, è probabile che l’avversario abbia dunque la mano migliore, per cui faccio una puntata per indurlo al fold” spiega il professionista americano Scott Clements. “Quando invece ho hittato qualcosa, preferisco checkare e pot controllare. Lascio che l’altro valuebetti con un punteggio che posso battere.”
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Mentre quanto descritto in precedenza permette al fattore abilità d’insinuarsi nel gioco, forse le situazioni più interessanti nei sit’n’go si verificano quando i bui sono così alti che l’ICM inizia a perdere importanza.
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