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2010      set 28

Poker online Abbiamo visto, in altri post (che trovate in fondo a questo articolo), come comprendere i giocatori attraverso i loro comportamenti al tavolo.

Tutto, da un tic, alla sudorazione, finanche alla traiettoria dello sguardo, se ben interpretato, può rivelarsi un indizio preziosissimo per capirne il punto o, quantomeno, se le carte gli trasmettono sicurezza o meno.

Tutto vero, ma per quanto riguarda il poker online? Senza alcun contatto visivo con l’avversario, la faccenda si complica notevolmente. Eppure ci sono input importantissimi che, se allenati a cogliere, possono trasferirci informazioni altrettanto utili. Vediamo quali comportamenti possono rappresentare indizi da tenere in considerazione.

Non c’è il contatto fisico? Allora concentriamoci sul tempo. Se dal momento in cui tocca ad un giocatore, a quello in cui prende la sua decisione passano molti secondi, allora c’è qualcosa sotto. Il vero problema è stabilire cosa, ma questo può essere risolto con un minimo di concentrazione e di “studio” nel corso della partita.

Se c’è un raise immediato, il giocatore potrebbe avere carte forti, se invece ad essere rapidissimo è il check, le carte, molto probabilmente, sono deboli. Se invece il raise avviene dopo una fase prolungata di pensiero, potrebbe significare che le carte sono forti e il tempo è stato speso per decidere di quanto alzare la posta. Occhio in entrambi i casi.

A proposito delle reazioni immediate: considerate che quasi tutte le poker room offrono la possibilità di pre-selezionare la mossa da eseguire quando arriverà il proprio turno. Quando un giocatore seleziona in anticipo la mossa successiva, normalmente il software la esegue appena tocca a lui. Approfittate di questa conoscenza per capire quali sono i giocatori che scelgono in anticipo le proprie mosse: essi tendono a giocare maggiormente basandosi sulle proprie carte, e meno considerando cosa succede al tavolo.

Ancora sul fattore tempo: un giocatore “chiuso” che gioca spesso online, potrebbe essere impegnato su più tavoli contemporaneamente e foldare con molta velocità o addirittura, inserire il comodo fold automatico. È chiaro che quando un giocatore del genere decide di giocarsi la mano dev’essere in possesso di carte rilevanti. Misurate le vostre mosse e seguitelo con attenzione già dalla puntata pre-flop.

Ultima considerazione sullo scorrere del tempo: se un giocatore ha, fino a quel momento, rilanciato soltanto dopo aver ponderato per bene le sue mosse e d’improvviso si lancia in un raise immediato, probabilmente sta variando i suoi tempi di reazione nel tentativo di bluffarci.

Passiamo allo studio delle puntate. Se un giocatore ha rilanciato nella fase pre-flop e poi punta poco… Beh, o ha una mano debole oppure ci sta tendendo un tranello per farcelo credere. A meno che non sia un giocatore molto esperto la risposta è la prima.

Se invece rilancia prima del flop e continua a puntare forte anche con un flop di carte basse, probabilmente nasconde qualcosa di notevole in mano. Gli stessi ragionamenti possono essere estesi alle puntate del turn e del river che, con un minimo di concentrazione e buonsenso, si possono interpretare altrettanto efficacemente

Considerate anche la chat: credete che un giocatore professionista si diverta a chattare? Molto probabilmente gli sarebbe impossibile, impegnato a giocare più partite su più tavoli differenti. Morale: se un giocatore chatta spesso e volentieri, quasi certamente gioca a cuor leggero. Una debolezza che potreste fargli pagare cara.

Infine il tilt, ossia quello stato confusionale in cui cadono i giocatori quando perdono una mano fortissima (in gergo bad beat), oppure quando le carte proprio non gli girano. Proprio come ai tavoli reali, i giocatori in tilt agiranno sconsideratamente, effettuando puntate pazze, giocando male e inseguendo la fortuna, nella convinzione (o speranza) che la sorte gli è debitrice. Invece, il più delle volte, la sorte se ne frega, e chi gioca in questo modo può essere punito da avversari attenti e che non si fanno impaurire da all-in improvvisi e ingiustificati.

Insomma, tenete gli occhi aperti: il poker è un gioco di logica e come tale va affrontato. Non limitatevi a giocare le vostre mani, ma guardate come si comportano gli avversari, quando e se rilanciano, quando e se foldano, quanto inseguono un progetto, se sono propensi al bluff ecc… Lo studio è proprio quello che fa la differenza tra un giocatore esperto ed uno della domenica.

Approfittate dei vostri fold per concentrarvi sugli avversari al tavolo quando non siete coinvolti nella mano, vedrete che, quando invece sarete in gioco, avrete un’arma in più rispetto agli altri.

Ti suggeriamo di leggere anche:

  1. Psicologia del poker: interpretare il comportamento degli avversari
  2. Poker e psicologia: leggere il linguaggio del corpo.
  3. Le regole del poker Omaha

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