Il quesito di oggi fa capo ad una mano che non mi è capitata personalmente, ma è successa realmente a un campionato italiano di circa 4 anni fa al Casinò Municipale di Sanremo. Ricordo che ci fu una discussione molto accesa che durò dei giorni sia in loco che sui forum nelle settimane successive.
La situazione è questa: day 1, stack di partenza 10.000, bui 25/50, siamo esattamente alla terza mano del torneo e occupiamo la posizione di grande buio.
Come facilmente intuibile non abbiamo informazioni sui giocatori e, oltretutto, non li conosciamo personalmente per avere un’idea sul loro gioco
UTG apre 125, chiamato da due giocatori, uno da middle position e uno sul bottone, lo small blind completa e noi abbiamo tutte le pot odds del mondo per chiamare; inoltre spilliamo una coppia di 2 che sarebbe un delitto foldare. Flop: 2 K J, rainbow, le carte non presentano minacce di colore.
Prima domanda: in questo caso è giusto provare a giocare in check raise? Voi come vi sareste comportati?
Adottiamo proprio lo slow play, sperando che qualcuno dei giocatori che parla dopo di noi apra. In effetti è cosi: come facilmente auspicabile, l’original raiser esce 400, chiamato dai due callers iniziali, lo small blind folda e a questo punto noi abbiamo il dovere di far foldare almeno uno dei tre avversari perché dobbiamo eliminare la possibilità di fare inseguire il progetto di scala eventuale con carte come 10 Q, o peggio 9 10, o A Q; decidiamo di fare 1,600 e il piatto comincia a essere bello grosso, abbiamo una quantità industriale di fold equity, ma qui succede inaspettatamente il finimondo: UTG fa 4.200 praticamente committandosi, e il giocatore in middle position rilancia all in, il bottone chiama e ora tocca a noi !!!!!
Cosa fate voi in questo caso?
Luca Pagano scrive su lucapagano.com
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