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Sarà possibile sedersi al tavolo da poker e giocare direttamente con i soldi del proprio conto gioco, senza dover necessariamente iscriversi ad un torneo. Le poker room stanno ultimando i preparativi per rendere operativa questa modalità di gioco già a partire dal Day 1, lunedì 18 luglio 2011. Pokerstars ha annunciato che nella fase iniziale sarà possibile giocare cash solo in determinati orari e ha “regalato” ai suoi utenti una piccola guida, coi consigli di alcuni professionisti del Team. Ma sono tante altre le poker room che hanno fatto sapere, tramite comunicati stampa, che sono pronte per offrire la modalità cash ai propri giocatori già dalle prime ore di lunedì. Nessuno vuole correre il rischio di non poter partecipare alla grande corsa del cash.
Cosa succederà ora? Sono molti i giocatori che già giocano a poker cash su siti .com, utilizzando noti stratagemmi per scavalcare la grande muraglia dell’AAMS. C’è da pensare che alcuni di questi vorranno tornare nella legalità (e alle tutele AAMS) e passeranno a siti .it autorizzati, altri torneranno alle .it per cercare di spennare i novellini, altri ancora resteranno nei .com. A frenare questi ultimi dal ritorno in patria l’imposta del 20% applicabile sul residuo giocato al netto delle vincite che rende le nostre poker room luoghi poco appetibili a causa delle tasse pesanti e naturalmente l’impossibilità di giocare cifre da high roller.
I limiti del poker cash all’italiana sono già stati definiti da tempo. Come tutela al gioco responsabile sarà obbligatorio per i players stabilire dei massimi di gioco, settimanali o mensili. Questo avverrà prima di iniziare a giocare. Inoltre, la posta iniziale per la partecipazione alla sessione di gioco, comprensiva di successivi incrementi, non potrà essere superiore a 1.000 euro. I bui consentiti partiranno da 0,01/0,02€ fino ad un massimo di 5/10€. Di certo col cash aumenterà esponenzialmente la volatilità del denaro anche perché sembra di capire che la ricarica del proprio conto gioco si potrà effettuare direttamente dal tavolo.
Cambiamenti anche per quanto riguarda i tornei, per i quali il buy-in massimo passa da 100 a 250 euro. Insomma, a ridosso delle vacanze estive, in un periodo in cui il poker online sembra registrare dei cali, parte la sperimentazione del cash game. Vedremo se il gioco cash riuscirà a riaccendere la passione.
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Alla fine è stato un successo. Possiamo riassumere così le statistiche e i numeri fatti registrare dall’edizione 2011 delle World Series of Poker. Un’edizione che molti temevano potesse essere in tono minore, visti i problemi del poker online negli Stati Uniti.
E invece le WSOP 2011 sono state le più grosse della storia, sotto tutti i punti di vista. Sono stati ben 75.672 i giocatori che hanno partecipato, da più di 100 Paesi di tutto il mondo, il 3,7% in più rispetto al record fatto segnare dall’edizione 2010 (quando i giocatori furono ‘solo’ 72.966).
Il montepremi creato da tutti e 58 i tornei ha sfiorato i 192 milioni di dollari, fermandosi a $191.999.01, per una crescita del 2,6% rispetto al record precedente, appartenuto anche questo alle WSOP 2010 (quando il montepremi globale fu di $188.109.850).
In totale, sono stati ben 46 i tornei di poker che hanno generato un montepremi superiore al milione di dollari, anche in questo caso un record: l’anno scorso furono 2 in meno.
Qualcuno pensava che sarebbe stato il Main Event il torneo che avrebbe subito le perdite maggiori, in termini di partecipazione. E invece quello del 2011 si piazza al terzo posto tra gli eventi conclusivi più grossi di sempre. Con 6.865 partecipanti, il Main Event 2011 tallona quello del 2010 (7.319 ingressi) ed è molto distante solo da quello del 2006 (8.773 ingressi).
Come sempre, la parte del leone è toccata agli Stati Uniti, che si sono accaparrati la bellezza di 37 braccialetti. Seguono, a distanza siderale, il Canada e la Francia con 4, la Gran Bretagna e la Russia con 3, la sorprendente Ucraina con 2 e poi, a quota 1, troviamo Brasile, Pakistan, Grecia e Svezia.
Purtroppo l’Italia è ancora senza braccialetti in questa edizione, anche se possiamo contare ancora su 28 azzurri in corsa per quello più importante: il braccialetto del Main Event.
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Uno scatenato Ben Lamb ha chiuso in testa il Day 2B del Main Event delle World Series of Poker 2011. L’americano, tra i protagonisti assoluti di queste WSOP, ha imbustato ben 551.600 chip. E dire che Lamb, vincitore di un braccialetto in questa edizione, aveva già terminato al comando il Day 1B: pochi possono vantare un tale risultato.
Secondo posto provvisorio per un altro statunitense, anch’egli volto noto del poker mondiale, ovvero Kevin Saul: 542.200 chip sono un bottino tutt’altro che scomodo con il quale iniziare il Day 3. Chiude il podio l’ennesimo americano, Ryan D’Angelo, seppure un po’ più staccato dai primi due, visto che potrà contare su 462.300 chip.
Ma torniamo un attimo su Ben Lamb. Molti lo davano come tra i probabili protagonisti di queste WSOP, e l’americano non ha tradito le attese: ha fatto suo il braccialetto del Championship di Pot-Limit Omaha da $10.000, ed è riuscito ad arrivare al final table in altri tre tornei. La strada verso i November Nine è ancora lunga, ma sicuramente per Lamb è un po’ più in discesa rispetto ad altri suoi colleghi altrettanto quotati.
E gli italiani? Non è stata una gran giornata. Abbiamo perso i tre giocatori forse più significativi: Luca Pagano, Dario Minieri e Salvatore Bonavena. Rimangono alcuni outsider di lusso, come Francesco Nguyen e Corrado Montagna, l’uomo che prima di Filippo Candio deteneva il record di giocatore italiano che si era spinto più avanti in un Main Event delle WSOP.
WSOP che oggi osserveranno una giornata di riposo, utile ai giocatori per ricaricare le batterie in vista del Day 3, previsto per la giornata di giovedì.
Intanto arrivano i primi dati ufficiali di questo Main Event: $64.531.000 di montepremi, con una prima moneta di ben $8.711.956 dollari. A premio andranno i migliori 693 classificati, che si garantiranno almeno $19.359.
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Mentre gli occhi sono puntati sulle WSOP, il poker online americano vive momenti drammatici. Gli strascichi del Black Friday e dello scandalo Full Tilt continuano ad infarcire le cronache. Questi due fatti hanno scosso il poker come gli scandali relativi alle scommesse il calcio e le geografie del poker, almeno in America, probabilmente ne usciranno mutate. Cosa ne sarà di Full Tilt dopo tutto questo polverone? Sarà il poker in generale a perderci, oppure le poker room rimanenti ne usciranno rafforzate grazie ai giocatori in fuga da Full Tilt?
Guardando i numeri iniziali delle WSOP sembrava che i cuori degli appassionati di poker fossero irrimediabilmente infranti. Invece l’unica evidente differenza dalle edizioni passate è la quasi totale assenza di loghi sulle t-shirt dei giocatori. Non basta dunque uno scandalo e qualche arresto a distruggere una passione, come dimostra anche il calcio nostrano. Speriamo lo capiscano anche i legislatori americani che sicuramente non mancheranno di prendere in considerazione i fatti che hanno portato al Black Friday, per la stesura di futuri disegni di legge. Ma quali sono questi fatti?
Le maggiori poker room americane operavano in modo illegale riciclando denaro sporco e con truffe praticate all’interno del sistema bancario. L’FBI cerca di capire come sia avvenuto tutto ciò. Quel che per ora è venuto fuori è che le poker room, con l’aiuto di fiduciari, mascheravano movimenti di fondi tramite siti offshore. Un nome emerso finora è quello di Chad Elie, coordinatore di questa attività illegale, che grazie alla sua rete di conoscenze, rintracciava banche in crisi e proponeva loro di effettuare questi movimenti di denaro, ovviamente in cambio di laute somme. Chad Elie avrebbe operato sia per Pokerstars che per Full Tilt.
Bradley Franzen, in modi analoghi, era capace di creare business fittizi per mascherare questi consistenti movimenti di denaro. Per questo si affidava a banche in tutto il mondo, ma specialmente in paradisi fiscali, dove è più facile compiere questi “smaneggiamenti”, o nei paradisi del gambling online, come la Costa Rica.
Il Guardian riassume bene questo ingegnoso sistema. I movimenti di denaro delle poker room venivano mascherati da movimenti di denaro fasulli su siti di vendita di oggetti di ogni tipo, inclusi orologi, biciclette, mazze da golf, vestiti… Come tanti tasselli di un mosaico questi movimenti servivano per riciclare e spostare denaro proveniente da conti gioco di migliaia di players inconsapevoli. E stiamo parlando di milioni di dollari.
C’è da dire che queste poker room riuscivano ad operare illegalmente anche grazie al buco nero creato indirettamente dall’UIGEA che ha contribuito alla formazione di zone sordide in cui le poker room riuscivano a compiere i loro sporchi giochi. Si può sperare che grazie all’AAMS, che dovrebbe avere il ruolo di controllare che tutto avvenga legalmente, l’Italia sia salvaguardata da queste irregolarità.
Nel 2010 negli Usa è uscito un film molto interessante, Casino Jack. Il protagonista, impersonato da Kevin Spacey, potrebbe benissimo essere uno di questi lobbysti capaci di operare per queste poker room. Il film, purtroppo, non si è ancora visto nelle sale italiane.
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Smaltita la sbornia per i festeggiamenti (nonostante i pronostici, infatti, le WSOP 2011 sono andate alla grande, Main Event incluso), gli official delle World Series of Poker sono tornati al lavoro per il Day 2A. Un Day 2A che ha regalato parecchie emozioni, e anche diverse soddisfazioni per i giocatori italiani.
A fine giornata è stato il russo Aleksandr Mozhnyakov a chiudere davanti a tutti, imbustando ben 478.600 chip. Alle sue calcagna troviamo Tuan Vo con 434.500 chip, Guillaume Darcourt (già vincitore di una tappa del WPT) con 410.500 chip, e Stephane Albertini con 400.100 chip.
Al quinto posto troviamo il primo degli italiani, il professionista Massimiliano Martinez, capace di raggranellare ben 355.000 chip e di mettersi alle spalle uno come Mike Sowers (che ha chiuso con 347.700 chip).
A proposito degli italiani, da sottolineare le prove di Biagio Morciano e Alessandro Pastura, rispettivamente 13° e 31°, che hanno terminato il Day 2A con 306.800 e 279.700 chip. Fuori invece Filippo Candio, già quarto al Main Event dell’anno scorso.
Curioso l’episodio capitato a Phil Hellmuth, l’uomo che detiene il record di braccialetti vinti nei tornei delle WSOP (ben 11) e che quest’anno ha rischiato un paio di volte di aggiungere un altro monile alla sua collezione.
Il Poker Brat non aveva capito che avrebbe dovuto giocare il Day 2A, e quindi non si è presentato subito al tavolo. Mike Matusow, uno dei suoi migliori amici, ha mandato degli uomini nella sua stanza dell’hotel, e finalmente Hellmuth si è messo a giocare. Nonostante il suo stack si fosse ridotto a meno di 7.000 chip, il Poker Brat è riuscito a risalire e a chiudere la giornata con uno stack di 64.900 chip.
Il Day 2B è previsto per stasera, e coinvolgerà 2.490 giocatori, cioè i sopravvissuti del Day 1B e del Day 1D. Mercoledì è prevista una pausa dal gioco: i player si ritroveranno giovedì, tutti insieme per la prima volta dall’inizio del Main Event, per vivere il Day 3.
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La matematica, si sa, non è un’opinione. E se è vero, come è vero, che al termine delle quattro giornate dedicate al Day 1 (Day 1a, Day 1b, Day 1c e Day 1d) i numeri propongono uno stratosferico 6.865 ingressi, significa che il torneo più importante delle World Series of Poker si piazza al terzo posto nella classifica dei Main Event più partecipati.
Solo nel 2006, l’anno del record assoluto, e nel 2010 i Main Event fecero segnare numeri più alti: rispettivamente 8.773 e 7.319 giocatori iscritti. L’edizione di quest’anno ha visto l’ingresso di 897 player nel Day 1a (di cui 560 rimasti), 989 nel Day 1b (618 rimasti), 2.181 nel Day 1c (1.471 rimasti) e 2.802 nel Day 1d (di cui 1.892 rimasti).
I protagonisti del Day 1a
A differenza di quanto dichiarato solo il giorno prima dell’inizio del Main Event, ha partecipato anche Doyle Brunson, convinto dall’affetto di tifosi e amici, ma prematuramente eliminato. Così come tanti altri vincitori di Main Event del passato, come Jerry Yang e Greg Raymer. Bene invece Johnny Chan, un altro bi-campione mondiale. Tra gli italiani, in evidenza Filippo Candio, già quarto l’anno scorso.
I protagonisti del Day 1b
Ben Lamb, già due braccialetti in queste WSOP, continua il suo momento di forma straordinario assestandosi in vetta al chip count. Nella parte alta della classifica del Day 1b troviamo anche Patrik Antonius, John Racener, Maxim Lykov, David Sklansky e Roland de Wolfe, tanto per citarne alcuni. Eliminati invece Michael Mizrachi, Justin Smith e Tuan Le. Ottima prova per Dario Minieri, che ha concluso tra i primi 30.
I protagonisti del Day 1c
Il Main Event delle WSOP ha salutato Chris Moneymaker, campione del 2003, oltre a David Singer, Steve Billirakis, David Benyamine, Robert Mizrachi e tanti altri campioni del medesimo rango. Ce l’hanno fatta, invece, i vari Humberto Brenes, Gavin Smith, Phil Gordon, Joe Cada, Mike Caro, Scotty Nguyen e Daniel Negreanu. E gli azzurri? Giuseppe Zarbo al terso posto e Luca Battisti al 18° sono i migliori, ma buona prestazione anche per Fabio Albamonte e Massimiliano Martinez.
I protagonisti del Day 1d
E chiudiamo con il Day 1d. Già fuori gente del calibro di Antonio Esfandiari, John Juanda, David Williams e Tom Dwan. Alla grande invece vecchi volponi come David Pham, Freddy Deeb, Men Nguyen e Barry Greenstein, oltre ai più giovani Phil Laak e Joe Hachem. Non male, tra gli italiani, Max Pescatori e Pier Paolo Fabretti. Un occhio anche al gentil sesso: pollice alto per Jennifer Harman e Kathy Liebert; pollice verso per Jennifer Tilly.
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I campioni possono permettersi tutto. Doyle Brunson, una delle personalità più influenti nel mondo del poker, con 50 anni di esperienza sui tavoli verdi, qualche giorno fa aveva annunciato che avrebbe disertato il main event delle WSOP. Forse per la salute, forse per quel Black Friday che ha demoralizzato molti giocatori producendo sul poker effetti nefasti pari a quelli dello scandalo scommesse sul calcio, forse per far parlare di sé, che in un modo o nell’altro va sempre bene.
Le ragioni sono poco importanti, perché alla fine spiazzando tutti Brunson si presenta ai cancelletti di partenza delle WSOP, ma al tavolo fa una fugace apparizione perché nel giro di qualche mano viene eliminato. Al Day1A erano partiti in 897, ne sono rimasti 560. E tra questi non c’era Doyle.
Ma che aria tira al main event delle WSOP? Meno iscritti dell’anno scorso, questo è il dato importante. Certo, è presto per tirare le somme, ma la tendenza è chiara. Le ragioni? Più che la crisi economica in generale penso che siano dovute alla brutta aria che tira per il poker in America. La crisi del poker online si ripercuote anche sul live e non crea un esodo di giocatori da una parte all’altra, come invece si potrebbe pensare.
Per quanto riguarda gli italiani, coloro che dovrebbero partecipare al più importante evento pokersitico delle WSOP dovrebbero essere circa 150, con Filippo Candio, forte del risultato dell’anno scorso, tra loro. Candio parte subito bene. Stessa partenza positiva per gli i players Mario Silvestri , Mauro Stivoli, Erneto Panno e Flavio Ferrari Zumbini. Ma è inutile mettersi a tirare le somme dopo il primo giorno del primo gruppo di giocatori.
Tra gli eliminati illustri, oltre a Brunson, anche Yerry Yang, che conquistò il Braccialetto nel 2007.
Al Day1B erano presenti in 985, i dati negativi del primo giorno, in termini di presenze, sono dunque confermati. Notizie dell’ultimo minuto annunciano Ben Lamb chipleader. Si tratta dello stesso Ben Lamb che quest’anno si è già aggiudicato il 10.000$ Pot Limit Omaha Championship.
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Il momento è arrivato: scatta oggi alle 12 (ora di Las Vegas) il Main Event dell’edizione 2011 delle World Series of Poker. C’è curiosità attorno all’affluenza: molti si aspettano un drastico calo rispetto alle ultime edizioni, figlio del blocco al poker online che lo scorso 15 aprile è stato applicato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
Ma nel frattempo si vanno a concludere gli ultimi eventi della sesta settimana di gioco. L’attenzione di tutti era rivolta all’evento #55, nel quale Phil Hellmuth andava a caccia del suo dodicesimo braccialetto in carriera. Vediamo com’è andata…
Evento #54: No-Limit Hold’em
Alla fine l’ha spuntata Maxim Lykov, forte professionista russo che ha messo in fila l’americano Dror Michaelo e il britannico Warren Wooldridge, al termine di un tavolo finale che per una volta vedeva i giocatori di casa in netta minoranza rispetto agli “stranieri” (3 contro 5). Lykov ha incamerato un primo premio di $648.000, lasciando $401.000 al secondo posto di Michaelo e $288.000 al terzo posto di Wooldridge.
Event #55: The Poker Player’s Championship
Niente da fare per Phil Hellmuth. Il recordman di braccialetti vinti alle World Series ha conquistato il suo terzo secondo posto in questa edizione ($1 milione per lui), cedendo in heads-up al giovane rampante Brian Rast ($1,7 milioni). Da cardiopalmo la mano finale: si gioca a Texas Hold’em, Hellmuth rilancia pre-flop con 82 suited a quadri e Rast chiama con KQ a fiori. Il flop recita JT9 con due carte di quadri; Rast esce puntando con il nuts, Hellmuth rilancia all-in forte del suo progetto di colore e di scala bilaterale, e l’avversario chiama. Turn e river vengono voltati in un’atmosfera silenziosa, quasi surreale; ma quando il colore di Hellmuth non si completa, scoppia la gioia di Rast. Impagabile il commento del Poker Brat nei confronti del suo avversario: “Dovresti dare un milioncino di mancia al dealer”.
Evento #56: No-Limit Hold’em
Sono due gli eventi che devono ancora trovare un vincitore. Il primo è questo torneo da $1.500 di buy-in, che vede in corsa 42 player guidati da Gavin Smith. Al 19° posto provvisorio c’è l’italiano Lamberto Collina, mentre eliminati in the money abbiamo Antonino Venneri, Dario Galati e Andrea Vezzani.
Evento #57: Pot-Limit Omaha Hi-low Split-8 or Better
Maurizio Guerra sì, Max Pescatori no. Mentre il meno conosciuto collega è riuscito a classificarsi 26°, vincendo quindi circa $12.000, il più quotato “Pesca Nazionale” è stato eliminato prima dello scoppio della bolla. Tra i 25 player che ancora possono ambire al braccialetto, troviamo gente del calibro di Nick Schulman, che è addirittura il chip leader, e Phil Laak.
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Evento #54: No-Limit Hold’em
Il russo Maxim Lykov ha chiuso in testa il Day 3, seguito da Dror Michaelo e Joshua Evans. Sono loro, insieme a Sebastien Roy, Douglas Mackinnon, Warren Wooldridge, Harald Oslen, Stanislav Alekhin e Ren Ho Zhang i “magnifici nove” che si giocheranno il braccialetto e i $648.000 del primo premio. Sono sei gli italiani andati a premio in questo torneo, sebbene tutti molto lontani dalle posizioni che contano. Il migliore è stato il milanese Antonino Venneri, che ha chiuso al 153° posto per un premio di $3.624.
Evento #55: The Poker Player’s Championship
Montepremi da capogiro per questo torneo che racchiude tutte le varianti di gioco viste in questa edizione delle World Series of Poker: oltre sei milioni di dollari (frutto di un buy-in di $50.000) dei quali 1,7 andranno al vincitore. In 128 hanno pagato il costo di iscrizione, ma ne sono rimasti in gara solo 9, tutti americani. Dopo il Day 4 comanda Minh Ly, tallonato da Brian Rast. Più staccato il trio formato da Matt Glantz, Phil Hellmuth (sempre alla ricerca del suo dodicesimo braccialetto in carriera) e Owais Ahmed. Completano il final table George Lind, Scott Seiver, Ben Lamb e Jason Lester.
Evento #56: No-Limit Hold’em
3.389 giocatori hanno pagato i $1.500 del buy-in, tra i quali anche Gianluigi Buffon, portiere della Juventus e della Nazionale (purtroppo per lui eliminato precocemente). Ne sono rimasti 465, al termine di un Day 1 particolarmente selettivo. In testa troviamo Benjamin Volpe, ma gli italiani possono sperare ancora una volta in Antonino Venneri, Andrea Vezzani, Massimiliano Bramati, Lamberto Collina e Massimo Di Cicco, i quali hanno tutti passato indenni il taglio.
Evento #57: Pot-Limit Omaha Hi-low Split-8 or Better
Ottimo risultato per Max Pescatori: il Pirata Italiano chiude al quinto posto assoluto il Day 1 di questo evento dal buy-in di $5.000, che ha generato un montepremi di $1,6 milioni frutto di 352 ingressi. Sono 189 i player ancora in corsa, guidati da Gary Bolden con 98.300 chip. Come detto il nostro Max è lì, tra i migliori, con uno stack di 72.000 chip pari a oltre tre volte l’average.
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Giovedì 7 luglio 2011 comincerà ufficialmente l’evento più atteso dell’anno, quell’evento che tutti i giocatori di poker sognano di vincere (e al quale a molti piacerebbe anche soltanto partecipare): il Main Event delle World Series of Poker.
Come al solito, saranno migliaia i professionisti e i semplici appassionati che affolleranno le sale del Rio di Las Vegas per tentare la scalata al braccialetto più ambito in assoluto. Tra questi, però, non ci sarà uno di quei giocatori che hanno fatto la storia del Texas Hold’em, e al quale si deve gran parte del successo di questa variante del poker: il leggendario Doyle Brunson.
Ebbene sì, Texas Dolly ha deciso che non pagherà il buy-in di $10.000 di quel Main Event che in carriera ha già vinto due volte, dopo essere stato eliminato dal Players’ Championship da $50.000 di iscrizione. Brunson ha annunciato la sua scelta via Twitter, non lesinando una frecciatina al Dipartimento della Giustizia statunitense, al quale ha chiesto ironicamente i fondi per poter partecipare al Main Event.
Poi, subissato dalle richieste di spiegazioni da parte dei suoi fan, Brunson ha spiegato che ovviamente non è una questione di soldi, ma piuttosto una questione di motivazioni, perse in gran parte dopo quel Black Friday che lo scorso 15 aprile ha letteralmente gambizzato il poker online negli USA.
Sicuramente questa decisione si deve in parte alle condizioni di salute di Brunson, che a 77 ne ha passate di cotte e di crude e che fa sempre più fatica a rimanere seduto al tavolo da poker per 10-12 ore di fila. Ma anche ai suoi recenti risultati alle WSOP, andati peggiorando negli ultimi anni.
Brunson in carriera è andato 34 volte in the money alle WSOP, per un totale di quasi 3 milioni di dollari guadagnati: 21 volte ci è andato tra il 1976 e il 1998, e altre 13 volte dal 1998 al 2011. L’ultima volta che Doyle ha vinto un braccialetto risale nel 2005, quando si aggiudicò l’evento di No Limit Short-handed Texas Hold’em da $5.000.
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