Ed è nata una riflessione che nasce dal paragone, per certi versi impossibile, con le WSOP di Las Vegas, quelle vere insomma, il cui successo continua ad attrarre una popolazione crescente di giocatori sempre più eterogenei, riducendo inevitabilmente la qualità del gioco ai tavoli e rendendo il Main Event alquanto complesso per chi possiede ottime skills in questa disciplina.
Harrah’s Entertainment, che possiede il diritto di manifestazione, deve modificare la formula WSOP Las Vegas e ispirarla al modello europeo? Questa è la domanda. Basta dare un’occhiata ai vincitori del braccialetto WSOP Europe per capire che i giocatori che brillano a Londra sono quelli che ESPN aspetta in prima linea durante la copertura delle WSOP a Las Vegas. Annette Obrestad, John Juanda, Barry Shulman, Jeff Lisandro, Phil Laak, Gus Hansen sono le stelle in questione.
E i giocatori WSOPE che hanno anche fatto un tavolo finale sono Phil Ivey, Chris Ferguson, Sorel Mizzi, Daniel Negreanu o Howard Lederer. L’idea, quindi sarebbe quella di limitare le dimensioni del field per alcuni eventi che, ovviamente, sono anche scomparsi dall’Espn costretta spesso a seguire il player sconosciuto di turno.
Che ha comunque il suo momento di gloria nel Main Event e, in generale, negli altri eventi con migliaia di iscritti che devono comunque rimanere in palinsesto. Difficile fare selezione. Quest’anno solo al 50,000 championship il field era di questo tipo. E’ anche chiaro che se le due formule si mischiano e si somigliano troppo, poi, c’è il rischio di perdere le potenzialità e i risultati dei due. Insomma le Wsop di Las Vegas devono contare qualche evento in più riservato ai grandi ma la versione Europe dovrà rimanere l’appuntamento esclusivo per i grandi del poker internazionale.
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